la Voce Misena
13 novembre 2014
due passi in collina 3
Le origini più lontane e misteriose
ITINERARI
Dedichiamo la giornata a visitare il tre luoghi più importanti di Arcevia dedicati a San Giovanni Battista.
La parrocchiale S. Giovanni Battista in via San Giovanni Battista 1, è stata costruita nella seconda metà del 1800, in stile neoclassico. La facciata è compresa tra coppie di paraste. Un arco a tutto sesto origina da due paraste di minore profondità, coprendo portale e finestra e terminando sotto il cornicione.
La facciata così come gran parte della chiesa, è realizzata in mattoni pieni. L’interno della chiesa è ad aula unica, con due cappelle che si aprono sulle pareti laterali.
Il presbiterio ospita un pregevole coro ligneo dove sedevano un tempo i frati. Sulla parete di fondo del presbiterio è presente una pala d’altare raffigurante la Sacra Famiglia e santi, contornata da cornice in stucco con timpano decorato da fregi dorati.
Sulla parete sinistra è invece ricavata una nicchia per il fonte battesimale cui è sovrapposto il pulpito in legno dipinto.
Lungo Corso Mazzini, al numero 10, si trova la ex chiesa di San Giovanni Battista entro le mura, oggi destinata a Casa del Parco di Arcevia. L’impianto originario dell’edificio risale al 1285 e presenta una spoglia facciata in pietra su cui si apre un portale sormontato da un arco gotico.
Sullo stesso lato di corso Mazzini si trova la chiesa di S. Agata, edificata nella seconda metà del ‘700 da Antonio Ossutio, su disegno del grande architetto locale Andrea Vici, allievo di Luigi Vanvitelli.
Ha uno splendido interno a pianta ottagonale in cui è conservata, sull’altare principale, “l’Incoronazione della Vergine da parte della SS. Trinità con S. Giovanni Evangelista e S. Agata”, uno dei capolavori di Claudio Ridolfi (Verona, 1570 circa – Corinaldo, 1644), in cui il colorismo veneto e lo sfumato baroccesco si fondono mirabilmente.
Appena fuori la Porta del Sasso si trova il Convento dei Frati minori di S. Giovanni Battista risalente alla prima metà del 1600. Nella Chiesa si può ammirare una Madonna del Rosario (1575) di Ercole Ramazzani e un Cristo crocifisso e santi. una tela di buona fat tura, ma di mano ignota del XVII secolo.
Andiamo a visitare il Santuario della Madonna dei Renali (sec. XVI), che appartiene alla parrocchia di San Giovanni Battista ed è ubicato nei pressi dello stabilimento Ariston, che conserva all’interno l’affresco cinquecentesco di Piergentile da Matelica e Venanzio da Camerino raffigurante la venerata immagine della Vergine assisa in trono.
In occasione della peste del 1527 viene costruita un’edicola con immagine della Madonna ritenuta prodigiosa. La denominazione dei Renali deriva dalla cava di “rena” che era presente in prossimità della chiesa. Nel 1596 l’edicola originaria viene ampliata. La chiesa di oggi è frutto di rifacimento della metà del secolo XIX, anche se presenta elementi più antichi, visibili dall’uso di diversi materiali quali la pietra.
La parte ottocentesca è stata rifatta interamente in mattoni. Di altra pasta è costruito il campanile: i muri che lo sostengono sono realizzati quasi interamente in pietra ad eccezione della cella campanaria. L’interno della chiesa è scandito da lesene e paraste che hanno il compito di sostenere l’arco che introduce al presbiterio.
Sulla parete dell’abside è addossato un paramento in marmo grigio verde e rosso. Al centro è custodita l’immagine prodigiosa della Vergine con Gesù Bambino, contornata da quadretti con ex voto.
Nella stessa parrocchia di San Giovanni Battista si trova iI bellissimo complesso monumentale del Convento dei Frati minori di S. Martino (secoli XVI/XV). La chiesa si trova in collina, vicino alla frazione di Conce. La struttura principale è inserita nel complesso conventuale che un tempo ospitava i Frati francescani della Stretta Osservanza.
Gli edifici sono realizzati interamente in pietra bianca locale, con inserti in materiali poveri quali il mattone. La facciata è scandita in tre moduli orizzontali e altrettante divisioni verticali cui corrispondono le tre navate. La parte inferiore è interessata dai tre ingressi con portali incorniciati da mostre in mattoni. L’interno a tre navate è decorato con capitelli di tipo tuscanico.
La navata centrale termina nel catino absidale dove troneggia un prezioso altare in marmo. Sulla parete di fondo campeggia la prima pala d’altare dipinta da Ercole Ramazzani: La Madonna col bambino in gloria e i SS. Francesco, Bonaventura, Girolamo e Martino (1571). Sulle navate laterali si trovano due altari per lato, con nicchie dove si trovano statue o dipinti.
Costruita subito fuori dalle mura urbane si trova invece S. Francesco di Paola (1728-’30). La chiesa è un capolavoro barocco dell’architetto locale Arcangelo Vici. Il bell’interno è a croce greca è sormontato da una elegante cupola. Nella seconda metà del secolo XVIII la chiesa fu abbellita e dotata di alcune opere tra le quali la tela raffigurante San Michele arcangelo, oggi smarrita, di Gaspare Ottaviani. Inoltre sull’altare sinistro era presente la Vergine col Bambino attribuita al Canova che oggi è nella chiesa di San Medardo.
La chiesa è realizzata in pietra e in mattoni lasciati a vista. La facciata è ornata da coste parallele di mattoni e dal portale con stipiti in cotto. Nella parte retrostante della chiesa si erge il campanile quasi interamente in pietra, con la cella campanaria realizzata invece in mattoni.
L’interno è ormai quasi completamente spoglio delle primitive decorazioni. La chiesa però ha mantenuto la maestosità data dal suo impianto a croce greca. Colonne con capitelli corinzi reggono il tamburo dove insiste la cupola coperta da tribuna sormontata da lanterna.
Nei tre bracci della croce sono presenti altrettanti altari con decorazioni in stucco modellato e dipinto. L’altare maggiore è impreziosito da una ricercata composizione di marmi policromi e ospita al centro l’immagine della Vergine col Bambino.
pagina a cura di Mario Maria Molinari