Senigallia e le sue Valli
28 Novembre 2016 Enea Discepoli in un suo viaggio in India

ENEA DISCEPOLI GLI SCATTI OLTRE FRONTIERA

Il personaggio Il senigalliese Enea Discepoli esplora la creatività con Zelig.
Ora esce il suo ultimo libro, la Pentax lo ha voluto nel suo Photograpic Team.

Corriere Adriatico Lunedì 28 novembre 2016
Corriere Adriatico Lunedì 28 novembre 2016

<Sono sempre andato ‘Oltre la Frontiera’ sin da quando nel ’67, a sedici anni, ho intrapreso la mia prima avventura andando ad incontrare una comunità hippy nell’isola di Creta>.

Enea Discepoli ha esplorato per tanti lunghi anni la creatività oltre i limiti della diversa abilità, con il suo laboratorio Zelig, situato in via Cattaro, ma presente in ogni angolo della città in cui si dovessero spiazzare i preconcetti sui diversi, con dolcezza e fantasia.

Ora sta per uscire il suo ultimo libro ‘Olte la Frontiera’ grazie all’associazione Sena Nova, guidata da Camillo Nardini, e naturalmente dalla Pentax, che lo ha voluto nel suo Photograpic Team in qualita di Ambassador.

Sarà presentato alla Biblioteca Antonelliana, martedì 13 dicembre alle ore 17.30.

Dal 2011 Enea è andato ogni anno in Siria, molte volte ad Aleppo, a testimoniare <le vittime inconsapevoli>.

Aleppo, Enea Discepoli
Aleppo, Enea Discepoli

Perché le chiami inconsapevoli e non innocenti come verrebbe più immediato?

<La differenza sta nell’atteggiamento della gente -mi spiega -. Per ricaricarmi moralmente vado spesso anche in India. Il nuovo libro testimonia l’attenzione per gli ultimi, i dimenticati, i disperati della Siria e dell’India.

Vecchietta, Enea Discepoli
Vecchietta, Enea Discepoli

Dove sei stato in India?

<In India – racconta – sono andato nel Territorio di Pondicherry. Qui un governo locale conservatore ha ripristinato le caste ed io ho fotografo la condizione dei ‘dalit’, ‘gli intoccabili’ a cui viene negato perfino il permesso ai funerali.

Stalla, Enea Discepoli
Stalla, Enea Discepoli

In india quei dalit non sono vittime inconsapevoli, lottano, vanno nelle università dove i professori progressisti li iscrivono di nascosto, mentre in Siria c’è rassegnazione, le vittime vanno al macello che le circonda senza sapere a chi rivolgersi>.

Discepoli è un viaggiatore di professione nel senso che per lui viaggiare è sempre stato un lavoro.

<Nella parola avventura c’è la stessa radice di avvento – spiega- con il senso dell’attesa delle cose che devono avvenire.

India, Enea Discepoli
India, Enea Discepoli

In passato guardare mi prendeva ogni energia e il grande ingombro dell’attrezzatura fotografica con la pellicola, mi infastidiva. Con l’arrivo del digitale, usare la macchina fotografica è diventato più semplice. Ormai – conclude – l’obiettivo è diventata una mia protesi>.

È in corso la mostra fotografica collettiva itinerante ‘Art against conflict’: <l’arte per aprire le coscienze all’integrazione, all’incontro, al dialogo, alla contaminazione vera che ci fa evolvere che indaga il rapporto fra fotografia e giornalismo e il ruolo dell’immagine nell’informazione di oggi. Cosa cidice inproposito?

<Non sono un fissato della tecnica: la mia K-5 è corredata da 18-55 mm, poi ha un 300 mm, molte delle migliori foto le ha scattate addirittura in modalità green.

Per me l’importante è il progetto, l’organizzazione del viaggio, mettersi nelle condizioni di vedere e fotografare ciò che mi interessa>.

Donne, Enea Discepoli
Donne, Enea Discepoli

Lei, senigalliese di Roncitelli, nella pagina di Facebook dice di essere nato ad
Aleppo?

<Il mio andare oltre oltre la frontiera è sempre stato un atto estroverso e mai introverso, mai per prendere. Le immagini dell’ultimo libro sono rimaste attaccate alla protesi della mia retina>.

Enea Discepoli
Enea Discepoli
Please follow and like us:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *