ODIO ET AMO
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Catullo distico elegiaco
Odio ed amo. Perché lo faccia, mi chiedi forse.
Non lo so, ma sento che succede e mi struggo.
Odio e amo. Forse ti chiederai perché io mi comporti così.
Non lo so, ma sento che avviene così e mi sento in croce.
Io ti odio e io ti amo (allo stesso tempo).
Non lo so, ma sento che avviene così mi sento in croce.
Non si può stabilire quale sia l’interpretazione più giusta. Non si sa a chi sia riferito questo amore e odio. Alcuni riferiscono questi due verbi al rapporto tra Catullo e Lesbia.
L’“alessitimia” è l’incapacità muta di dare parole ai propri sentimenti.
La nostra società nevrotica, accecata dalla furia del movimento, del caos e del disordine, non sa accompagnare gli uomini a diventare capaci di fermarsi e cercare di dare parole al “guazzabuglio del cuore”. Di amore si vive, non ne possiamo fare a meno. Ma di amore si muore e si soccombe, anche. L’amore si trasforma nel suo contrario. «L’ho uccisa perché l’amavo» – fu l’assurda giustificazione che un uomo portò dopo il suo omicidio. Laura Pigozzi, nel suo volume Amori tossici, mette in guardia dall’«invocare la natura come guida dell’umano».
È necessaria una profonda educazione ai sentimenti, alle emozioni e alla capacità di gestirle, assecondarle o frenarle. Il maschio violento è un uomo per cui il mondo e la vita coincidono con la propria esuberante e immediata natura…. Come scrive Pigozzi, «l’amore è una questione di confini, di bordi che dovrebbero restare porosi, mobili, morbidi, e costituire il passaggio di ciò che nutre, come fa la membrana di una cellula».
Bisogna imparare ad accettare e far emergere il valore di un “bordo”, nelle relazioni umane. Di un limite. Non è una barriera, il bordo, è un confine che chiama all’impegno e alla responsabilità di conoscerlo, prima di attraversarlo, di rispettarlo senza scavalcarlo e di amarlo senza calpestarlo.
Riccardo Mensuali giovedì 23 novembre 2023
CONSIGLI NON RICHIESTI DI CORTEGGIAMENTO PER GIOVANI MASCHI
Il corteggiamento inizia per attrazione fisica, ovvero la fisiologica ricerca di piacere sessuale, che poi evolve. Non è una ”porcheria”, ma un’emozione bellissima e sana. Il corteggiamento ha bisogno di accortezze. Come l’offrire alla ragazza gentilezza e autenticità, meglio se condite con autoironia. Per le ragazze la simpatia è sexy.
Fin dall’inizio si deve mettere in conto un rifiuto. Se avviene, è normale soffrire, ma non è giusto svalutare la ragazza o se stessi. Semplicemente succede a tutti.
Se la relazione nasce, ha bisogno di amore, che è attenzione, rispetto e tempo. Una ragazza non deve sentirsi obbligata ad adattarsi ai tuoi hobby. Se lo fa, ha poca autostima e ti stancherai di lei. Se tu lo pretendi, non la ami ma te ne servi per nutrire il tuo narcisismo, richiesta inaccettabile per una ragazza libera e intelligente.
La gelosia non è un segno di amore, ma di insicurezza tirannica. La sensazione che ti fa sentire inferiore agli altri ragazzi, che diventano così tutti potenziali competitori vincenti; e che ti spinge ad assumere un controllo morboso e violento verso la tua ragazza; a punirla come complice dei presunti pretendenti per ogni atto che non sia il mortificarsi. Qui il problema sei tu: se non ti ami, non puoi amare.
Se la insulti per la prima volta, hai bisogno della sua umiliazione per sentirti sicuro. Se le dai il primo schiaffo, hai bisogno della sua sofferenza per sentirti padrone. Se arrivi a questo punto, fermati. Lasciala andare. Meglio che sia tu a chiedere aiuto, che lei.
Massimo Marnetto