San Marino, 28 agosto 2024

Il Consiglio Grande e Generale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che autorizza il Governo a intraprendere il percorso diplomatico per il completo riconoscimento di uno Stato Palestinese.

Il tema – viene spiegato in una nota pubblicata sul sito dello stesso Consiglio – era già stato affrontato ad inizio agosto con un comma dedicato al progetto di legge del movimento ‘Rete’ sul “riconoscimento dello Stato di Palestina”.

Dopo il ritiro di due Ordini del giorno in merito, c’è stata la presentazione di un nuovo Ordine del giorno con una formulazione condivisa. Al termine della discussione in aula il testo è stato accolto all’unanimità con 48 voti favorevoli.

Nel corso del dibattito, il Segretario per gli Affari Esteri, Luca Beccari ha annunciato: “nella giornata di domani incontrerò l’ambasciatore di Palestina. Si deve fare un percorso progressivo, a tappe. E già una tappa è in avvicinamento”.

L’Ambasciatrice Palestinese Abeer Odehil e il Segretario agli Esteri di San Marino, Luca Beccari
L’Ambasciatrice Palestinese Abeer Odehil e il Segretario agli Esteri di San Marino, Luca Beccari

Il 29 agosto 2024 si è svolto l’incontro bilaterale, a Palazzo Begni, tra il Segretario di Stato agli Affari Esteri Luca Beccari e l’Ambasciatrice Palestinese Abeer Odeh.

Beccari ha confermato l’avvio dell’iter istituzionale per l’accredito dell’Ambasciatrice palestinese a San Marino, anche nello spirito dell’ordine del Giorno adottato ieri all’unanimità dal Consiglio Grande e Generale, ricordando il percorso più recente condotto da San Marino nel processo di riconoscimento dello Stato di Palestina, che già il 10 maggio 2024, ne ha sostenuto l’ingresso in qualità di membro effettivo, quando il rappresentante permanente alle Nazioni Unite, l’ambasciatore Damiano Beleffi, ha espresso il voto favorevole della Repubblica di San Marino, al pari della maggioranza degli Stati membri.

L’Ambasciatrice ha manifestato apprezzamento per l’incontro, per i passi intrapresi dalla Repubblica verso il riconoscimento dello Stato Palestinese così come per l’impegno del Parlamento e dell’Esecutivo sammarinese.

“Come è avvenuto anche per altri stati europei, il riconoscimento delle relazioni diplomatiche in questo caso può anche anticipare il riconoscimento dello Stato che, come previsto dall’ordine del giorno, avverrà secondo un percorso fatto di tappe. Questa è già una prima tappa concreta e significativa a dimostrazione che c’è una volontà in tal senso, non solo del Consiglio, ma anche del Governo. E come Governo siamo attivi su questo fronte e determinati a proseguire in questa direzione”, è quanto ha affermato il Segretario agli Esteri Luca Beccari.

L’Ambasciatrice Palestinese Abeer Odeh ha espresso l’urgenza di un’effettiva mobilitazione della comunità internazionale per trovare soluzioni di mediazione e di pace, nel pieno rispetto del diritto internazionale e umanitario.

“Questa visita è molto importante – ha aggiunto l’Ambasciatrice – dal profondo del mio cuore ringrazio il Parlamento di San Marino, i due Capitani Reggenti, il segretario di Stato per gli Affari Esteri e naturalmente il popolo sammarinese.

Quello che stiamo affrontando è incredibile. È tempo per la comunità internazionale di svegliarsi e riconoscere che i palestinesi dovrebbero vivere in pace e prosperità come altri popoli del mondo. E quindi guardiamo avanti per costruire questa possibilità”.

Tre quarti dei membri Onu riconosce la Palestina come Stato.

Lo Stato di Palestina a livello mondiale è oggi riconosciuto da 146 (+1: Stato Città del Vaticano) Paesi su 193. Il processo iniziato nel 1988, e da allora il 75% degli Stati membri dell’ONU e circa l’80% della popolazione mondiale., hanno sostenuto la proclamazione dell’allora leader dell’Olp, Yasser Arafat. Il numero destinato a crescere ancora.

Divisi tra loro, Israeliani e palestinesi, storia infinita di una questione sempre più un rompicapo. Due popoli, due Stati: quella che dovrebbe essere la soluzione per molti continua ad essere più retorica che pratica.

Dei 193 Stati membri dell’Organizzazione delle nazioni Unite (Onu), ben 146 oggi riconoscono il diritto dei palestinesi di esistere come entità geografica e politica. Tre quarti della comunità internazionale vede la Palestina come Stato. Tra i 47 mancanti figurano all’appello Stati Uniti, Canada, Australia e parte dei membri Ue.

25 dei 49 Stati Europei riconoscono lo Stato di Palestina, ben presto altri potranno aggiungersi, tenuto conto che fra i 24 Stati Europei che ancora non lo hanno fatto, ce ne sono 10: Andorra, Belgio, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Liechtenstein, Lussemburgo, Portogallo, San Marino, che hanno espresso voto favorevole alla risoluzione approvata dall’Assemblea Generale dell’Onu che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite.

Il 17 dicembre 2014, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul riconoscimento dello Stato di Palestina, che ribadisce “il proprio fermo sostegno a favore della soluzione a due Stati basata sui confini del 1967, con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati e con uno Stato di Israele sicuro e uno Stato di Palestina indipendente, democratico, territorialmente contiguo e capace di esistenza autonoma, che vivano fianco a fianco in condizioni di pace e sicurezza, sulla base del diritto all’autodeterminazione e del pieno rispetto del diritto internazionale”.

La risoluzione è stata redatta da cinque gruppi politici ed è stata approvata dall’intero Parlamento con 498 voti favorevoli, 88 contrari e 111 astensioni.

Il 14 ottobre 2014, la Camera dei Comuni del Regno Unito ha approvato una mozione che chiede il riconoscimento della Palestina come Stato insieme a quello di Israele’ come contributo per assicurare una soluzione negoziata dei due Stati”. Approvata con 274 voti in favore e 12 contrari. Il premier David Cameron e i suoi ministri hanno scelto la via dell’astensione per evitare ogni polemica.

Il 2 dicembre 2014, il Parlamento della Francia ha approvato la mozione che chiede al governo di riconoscere lo Stato della Palestina. La mozione è passata con 339 voti favorevoli, 151 contrari e 16 astensioni.

Il12 Dicembre 2014, il parlamento del Portogallo ha votato in favore del riconoscimento da parte del governo della Palestina come «stato indipendente e sovrano». La mozione era stata presentata dalla maggioranza di centrodestra insieme con il Partito socialista, principale schieramento d’opposizione.

Il 13 dicembre 2014, Il Parlamento del Belgio ha adottato una risoluzione per chiedere il riconoscimento di uno Stato palestinese . La risoluzione invita il governo belga a riconoscere l’indipendenza dello Stato palestinese con i confini determinati nel 1967. Con la risoluzione il parlamento belga condanna anche la costruzione degli insediamenti ebrei da parte dell’Israele. La risoluzione è frutto di un accordo tra tutti i partiti della coalizione al Governo e’ approvata con 56 voti a favore e 11 contrari.

17 dicembre 2014, il Parlamento del Lussemburgo, l’assemblea del Gran Ducato, ha chiesto al suo governo il riconoscimento dello Stato palestinese. Il riconoscimento dovrebbe avvenire in base alle frontiere stabilite nel 1967.

Il 27 febbraio 2015, in Italia la Camera dei Deputati ha approvato una mozione prevede il riconoscimento dello stato di Palestina. Il testo impegna il Governo “a continuare a sostenere in ogni sede l’obiettivo della costituzione di uno stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo stato d’Israele, sulla base del reciproco riconoscimento e con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo” e a “promuovere il riconoscimento della Palestina quale stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello stato di Israele”. La mozione è stata presentata dal Partito democratico, sottoscritta anche da Psi, Pli e Pi-Cd. Il Governo si è detto favorevole. I voti favorevoli sono stati 300, 45 i contrari, 59 le astensioni.

Il 22 marzo 2024, il capo di governo maltese ha affermato di essere “pronto a riconoscere la Palestina”.

Il10 aprile 2024, anche l’Australia ha sollevato la possibilità di un tale riconoscimento.

Il 17 febbraio 2024, il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che “il riconoscimento di uno Stato palestinese non è un ‘tabù’ per la Francia”.

I 25 dei 49 Stati Europei che riconoscono lo Stato di Palestina: Albania, Armenia, Azerbaigian, Belarus, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Federazione Russa, Georgia, Irlanda, Islanda, Montenegro, Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Santa Sede, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia, Ucraina, Ungheria.

  1. Albania
  2. Armenia
  3. Azerbaigian
  4. Belarus
  5. Bosnia Erzegovina
  6. Bulgaria
  7. Cipro
  8. Federazione Russa
  9. Georgia
  10. Irlanda
  11. Islanda
  12. Montenegro
  13. Norvegia
  14. Polonia
  15. Repubblica Ceca
  16. Romania
  17. Santa Sede
  18. Serbia
  19. Slovacchia
  20. Slovenia
  21. Spagna
  22. Svezia
  23. Turchia
  24. Ucraina
  25. Ungheria

I 24 dei 49 Stati Europei che non riconoscono lo Stato di Palestina: Andorra, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Malta, Moldova, Monaco, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, San Marino, e Svizzera.

  1. Andorra
  2. Austria
  3. Belgio
  4. Croazia
  5. Danimarca
  6. Estonia
  7. Finlandia
  8. Francia
  9. Germania
  10. Grecia
  11. Italia
  12. Lettonia
  13. Liechtenstein
  14. Lituania
  15. Lussemburgo
  16. Macedonia del Nord
  17. Malta
  18. Moldova
  19. Monaco
  20. Paesi Bassi
  21. Portogallo
  22. Regno Unito
  23. San Marino
  24. Svizzera
Europa politica
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Le varie linee convenzionali di demarcazione tra Europa e Asia: A Linea di von Strahlenberg: Urali - fiume Emba - depressione del Kuma-Manyč; B: Linea Urali - fiume Ural - depressione del Kuma-Manyč; C: Linea dello spartiacque del Gran Caucaso
Le varie linee convenzionali di demarcazione tra Europa e Asia: A Linea di von Strahlenberg: Urali – fiume Emba – depressione del Kuma-Manyč; B: Linea Urali – fiume Ural – depressione del Kuma-Manyč; C: Linea dello spartiacque del Gran Caucaso
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