Raccontando la storia di piazza Garbaldi ci si rende conto che un forte elemento di cambiamento delle architetture è stato determinato dai terremoti passati.
La scossa più forte nella storia della città fu il 30 Ottobre del 1930, di magnitudo 5.83 della Scala Richter.
Una lapide sulla facciata dell’episcopio ricorda “I luoghi sacri pontificali distrutti dal terremoto / ha restituito ancora più abbelliti / Pio XI Pontefice Massimo / nell’anno 1931, decimo del suo pontificato”.
Il messaggio è forte e sinteticamente esplicito: Quel che la natura ha distrutto l’autorità della Chiesa restituisce migliorato – (Americo Alessandrini).
L’Epicentro fu Senigallia, ma furono colpite gravemente anche Fano, Montemarciano, Mondolfo, San Costanzo, Ancona. Il terremoto colpì l’area costiera centro-settentrionale delle Marche, ed ebbe i suoi massimi effetti a Senigallia, dove 318 case crollarono o divennero inabitabili, 2.000 furono gravemente lesionate e 1.273 leggermente.
In base ai dati del censimento del 1921, la popolazione comunale era di 25.327 abitanti. Crolli totali e numerose case pericolanti furono segnalati a Montemarciano, Mondolfo, San Costanzo, Fano, in alcuni quartieri (Capodimonte e San Lazzaro) e nelle frazioni di Ancona. Altre 40 località circa subirono danni di un certo rilievo.
La scossa fu sentita in tutta l’Italia centro-settentrionale, fino in Istria a nord, e fino a Napoli e alla Puglia a sud. Nel porto di Ancona vi fu un forte effetto di maremoto, che causò la rottura degli ormeggi di un piroscafo e fu rilevato da tutti gli equipaggi in rada. La scossa principale del 30 ottobre 1930, delle 8.13 ora locale (7:13 GMT), fu preceduta da un boato e durò 15 secondi e fu seguita da numerose repliche di decrescente intensità fino alla fine di novembre.
Le più importanti furono quelle avvertite il giorno stesso.Il Bollettino Sismico Settimanale, 1930.10.29-11.04, n.679, a cura di A.Cavasino, Ufficio Centrale di Meteorologia e Geofisica, Roma 1930, riporta che la scossa principale, fu seguita da altre 26 scosse nella stessa giornata.
Il 31 ottobre: 14 repliche, la prima alle ore 24.57 circa, ora locale, l’ultima alle 22.05 circa, ora locale.
Il 1 novembre: altre 10 repliche nel corso della giornata (3). Il 2 novembre: avvertite altre 9 repliche (4). Il 3 novembre: avvertite 12 repliche . Il 4 novembre: avvertite altre 10 repliche. Morti: 18. Feriti: Circa 400.
Il terremoto causò 18 morti (14 a Senigallia e 4 ad Ancona): il numero delle vittime fu contenuto perché gli abitanti, si trovavano in gran parte già all’aperto.
Molte famiglie rimasero senza tetto e alloggiarono in baracche e tende. L’entità complessiva dei danni fu calcolata in 50 milioni di lire; grave fu anche l’impatto del terremoto sull’economia turistica della zona. Il governo inviò uomini e materiali per i primi soccorsi alle zone colpite.
Il 7 novembre fu approvata una legge con la quale si stanziarono 30 milioni di lire per gli interventi di ricostruzione e riparazione: furono previsti sussidi speciali, una copertura parziale delle spese e la concessione di mutui per la costruzione di case economiche da parte dell’Istituto delle Case Popolari. Per Senigallia fu disposta la sospensione di 3 rate delle imposte fiscali.
Pubblichiamo di seguito il catalogo dell l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che elenca i terremoti avvertiti nella storia a Senigallia. con un grado uguale o superioe al II della sacla Mercalli.
Il catalogo è aggiornato al 2017 perciò sono esclusi i terremeto più recenti di cui è ancora viva l’emozione, che deve tenere viva l’attenzione alla prevenzione anche quando il ricordo sarà meno vivo.
Database Macrosismico Italiano
Consultazione per località (DBMI15), Marche: Senigallia
PlaceID | IT_51516 |
Coordinate (lat, lon) | 43.714, 13.223 |
Comune (ISTAT 2015) | Senigallia |
Provincia | Ancona |
Regione | Marche |
Numero di eventi riportati | 80 |
Senigallia
PlaceID: IT_51516
Coordinates (lat, lon)43.714, 13.223
Municipality (ISTAT 2015) Senigallia
Province: Ancona
Region: Marche
Numero di terremoti riportati 48
Scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS)
La scala Mercalli è una scala che misura l’intensità di un terremoto mediante gli effetti distruttivi che esso produce sulla superficie terrestre su persone, cose e manufatti.
I gradi più bassi della scala MCS generalmente affrontano la maniera in cui il terremoto è avvertito dalla popolazione. I valori più alti della scala sono basati sui danni strutturali osservati.
Grado | Scossa | Descrizione |
I | impercettibile | Avvertita solo dagli strumenti sismici. |
II | molto leggera | Avvertita solo da qualche persona in opportune condizioni. |
III | leggera | Avvertita da poche persone. Oscillano oggetti appesi con vibrazioni simili a quelle del passaggio di un’automobile. |
IV | moderata | Avvertita da molte persone; tremito di infissi e cristalli, e leggere oscillazioni di oggetti appesi. |
V | piuttosto forte | Avvertita anche da persone addormentate; caduta di oggetti. |
VI | forte | Qualche leggera lesione negli edifici e finestre in frantumi. |
VII | molto forte | Caduta di fumaioli, lesioni negli edifici. |
VIII | rovinosa | Rovina parziale di qualche edificio; qualche vittima isolata. |
IX | distruttiva | Rovina totale di alcuni edifici e gravi lesioni in molti altri; vittime umane sparse ma non numerose. |
X | completamente distruttiva | Rovina di molti edifici; molte vittime umane; crepacci nel suolo. |
XI | catastrofica | Distruzione di agglomerati urbani; moltissime vittime; crepacci e frane nel suolo; maremoto. |
XII | apocalittica | Distruzione di ogni manufatto; pochi superstiti; sconvolgimento del suolo; maremoto distruttivo; fuoriuscita di lava dal terreno. |
Scala Richter
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Con l’attribuzione di un valore sulla Scala Richter, si esprime una misura della cosiddetta magnitudo, ovvero una stima dell’energia sprigionata da un terremoto nel punto della frattura della crosta terrestre, cioè all’ipocentro, secondo i criteri indicati dal geofisico statunitense Charles Richter.
L’energia rilasciata da un terremoto, a cui è strettamente correlato il suo potere distruttivo teorico, è proporzionale all’ampiezza di oscillazione elevata a 3/2. Quindi, in termini di energia rilasciata, una differenza di magnitudo pari a 1,0 è equivalente a un fattore 31,6 volte più grande = (10 1,0)3/2.
Magnitudo | TNT equivalente | Energia | Esempio |
0 | 15 grammi | 63 kJ | |
1 | 0,48 chilogrammi | 2 MJ | |
1,5 | 2,7 chilogrammi | 11 MJ | impatto sismico della tipica piccola esplosione utilizzata nel settore delle costruzioni |
2 | 15 chilogrammi | 63 MJ | |
2,5 | 85 chilogrammi | 355 MJ | |
3 | 477 chilogrammi | 2.0 GJ | |
3,5 | 2,7 tonnellate | 11 GJ | |
4 | 15 tonnellate | 63 GJ | |
4,5 | 85 tonnellate | 355 GJ | |
5 | 477 tonnellate | 2 TJ | |
5,5 | 2682 tonnellate | 11 TJ | |
6 | 15.000 tonnellate | 63 TJ | bomba atomica Little Boy sganciata su Hiroshima (~16 kt) |
6,5 | 85.000 tonnellate | 354 TJ | |
7 | 477 000 tonnellate | 2 PJ | |
7,5 | 2,7 milioni di tonnellate | 11 PJ | |
8 | 15 milioni di tonnellate | 63 PJ | Evento di Tunguska in una località della Siberia, la mattina del 30 giugno 1908, a seguito del possibile impatto o esplosione, non ancora del tutto certo, di un grande meteoroide o di una cometa |
8,35 | 50,5 milioni di tonnellate | 211 PJ | Bomba Zar – l’arma termonucleare più grande mai testata. La maggior parte dell’energia è stata dissipata nell’atmosfera. La scossa sismica è stata stimata in 5,0-5,2 |
8,5 | 85 milioni di tonnellate | 355 PJ | |
9 | 477 milioni di tonnellate | 2 EJ | |
9,15 | 800 milioni di tonnellate | 3,35 EJ | |
9,5 | 2,7 miliardi di tonnellate | 11 EJ | |
10 | 15 miliardi di tonnellate | 63 EJ | |
13 | 476.880 miliardi di tonnellate | 2 YJ | Impatto della Penisola dello Yucatan in Messico (Cratere di Chicxulub) 65 milioni di anni fa |